La crisi delle aziende dipende solo dalla crisi Italiana ?
La crisi delle aziende dipende solo dalla crisi Italiana ?
Nel titolo come potete vedere è scritto in modo chiaro “Italiana” perché di crisi internazionale non si può più parlare, gli Stati con economie avanzate (ai quali credevamo di appartenere) sono oramai usciti completamente dalla crisi e si avviano verso tassi di crescita e di disoccupazione confortanti.
L’Italia, con alcuni altri stati Europei quali Grecia e Portogallo (di cui è però molto differente, per nostra fortuna, la vocazione industriale e imprenditoriale) ancora non sembrerebbe totalmente uscita dalla crisi.
Certo ogni nuovo governo ci da la speranza che sia quello buono ed in questo momento ci troviamo proprio nell’attesa e nella speranza.
Ma la crisi delle aziende italiane dipende solo dalla crisi del “sistema paese” ? Vi dico subito di no. Almeno secondo me.
La crisi italiana spesso è vista come una causa della crisi delle aziende, quasi come una giustificazione dell’impotenza o dell’incapacità di vedere modelli di business diversi ai quali le aziende devono mirare.
Non si può sicuramente attendere che il mercato si riprenda in maniera netta in modo che, come una marea, sollevi tutte le aziende, anche le meno strutturate o con meno idee.
Certo, dobbiamo dirlo, ben sei anni convissuti con la crisi potrebbero annichilire qualsiasi imprenditore o manager. Ma questo è anche il tempo di grandi opportunità. Naturalmente è necessario avere occhi per riconoscerle, fiuto per inseguirle, coraggio per catturarle e tecnica per poi farle fruttare. Bisogna avere il famoso pensiero laterale di de Bono, ossia un approccio ai problemi diverso rispetto al passato. E’ chiaro che si governa l’azienda con conoscenze, technicalities, approcci risalenti agli anni pre-crisi non si potranno mai risolvere i problemi. E’ come guidare una macchina guardando lo specchietto retrovisore. Il futuro non può essere, per forza, conseguenza del passato. O quanto meno non tutto.
Anzi, nelle aziende è necessaria individuare le singole attività che la compongono ed immaginare per esse nuovi scenari, mantenere le eccellenze, migliorare i punti di forza e tagliare i punti deboli. Trovando nuovi mercati nelle sole attività dove si guadagna, rinunciando anche ai fatturati per privilegiare la marginalità.
Quali strade, quindi, si possono nella pratica considerare per uscire dalla crisi ?
- Approccio strutturato al governo d’impresa.
- Qualità nel governo d’impresa.
- Utilizzare il capitale relazionale di fornitori e clienti.
- Motivare il personale.
- Minimizzare i costi facendo di più con meno.
- Immaginare nuovi mercati con delle alleanze.
- Riorganizzazione strutturale societaria.
Di queste e di altre ipotesi vi scriverò nei prossimi giorni, raccontandovi alcuni casi pratici di risoluzione della crisi aziendale.
Per ulteriori informazioni o approfondimenti non esitate a contattarci o a controllare le norme previste dalla nuova legge fallimentare.