Adeguati assetti amministrativi: revoca degli amministratori.
Adeguati assetti amministrativi: la denuncia di gravi irregolarità nell’istituzione di
adeguati assetti promossa dal socio di minoranza porta alla revoca degli
amministratori.
Con un recente decreto il Tribunale di Milano, all’interno di una procedura di denuncia per gravi
irregolarità successive alla omessa istituzione di assetti organizzativi adeguati, ha disposto
l’ispezione giudiziale, la revoca degli amministratori e dell’organo di controllo, nominando infine un
amministratore giudiziario per sei mesi con l’obiettivo (tra gli altri) di adoperarsi per l’istituzione di
un adeguato assetto organizzativo.
Il Contesto della Denuncia
Il Tribunale di Milano, nel citato decreto, ha infatti accolto la denuncia presentata da soci di
minoranza (detentori del 5% del capitale sociale della società in questione), in quanto gli stessi
lamentavano una serie di irregolarità gestionali e contabili, inclusa la mancanza di trasparenza e la
gestione inadeguata della crisi aziendale.
Punti rilevanti del Decreto
Il decreto disposto dal Tribunale di Milano appare particolarmente rilevante sotto diversi profili:
1. Il Tribunale ritiene meritevole di particolare considerazione l’inadeguata gestione della crisi
aziendale tale da spingersi, tra l’altro, alla nomina di un amministratore che si sostituisca ai
precedenti;
2. Ritiene come la mancata istituzione di un adeguato assetto costituisca (senza dubbio) una
grave irregolarità, comportando la violazione di un obbligo fondamentale a carico del
gestore (ex art. 2086);
3. La denuncia promossa dai soci di minoranza ha trovato formale accoglimento in quanto la
stessa includeva accuse di opacità nelle informazioni sugli assetti proprietari, irregolarità
contabili, e gestione conflittuale.
In merito al primo punto sembra opportuno segnalare che, proprio nell’ottica di istituire un
adeguato assetto organizzativo ex art 2086 del Codice civile, la prospettiva di una sana gestione
aziendale è rappresentata dalla capacità dell’impresa non soltanto di governare (ed istituire) specifici
processi aziendali orientati alla rilevazione periodica dei principali fatti di gestione ma anche quello
di consentire agli amministratori di gestire in modo adeguato eventuali crisi aziendali (in atto o
addirittura prospettiche). Su questo ultimo aspetto non pare superfluo puntualizzare come
l’attitudine dell’impresa a prevenire fenomeni di crisi, attraverso la rilevazione tempestiva e coerente
con il “business aziendale” e “adeguata” a rappresentare lo stato di salute aziendale, debba essere
considerato un requisito fondamentale per la corretta conduzione della attività di impresa.
In merito al secondo punto sembra di interesse rilevare come l’adeguatezza di un “assetto” dipenda
anche da un approccio sostanziale all’assetto amministrativo. Questo, infatti, si riferisce alla
divisione del lavoro e quindi ricomprende, da un lato, la previsione di funzioni grammi e mansionari
e, dall’altro, sistemi di amministrazione che comprendano adeguati livelli di delega.2
Come sottolinea il Tribunale nella motivazione del decreto in commento, le carenze riscontrate
“nell’organizzazione della contabilità, dell’amministrazione e della tesoreria della società”
dimostrano l’inadeguatezza dell’organo gestorio che è venuto meno al suo principale dovere
organizzativo posto dall’art. 2086, co 2, c.c. Si precisa, inoltre, che la situazione appare tanto più
grave considerando che “la Società” è una società quotata e che attualmente le società del gruppo
sono chiamate a gestire una conclamata situazione di crisi”.
In merito al punto 3, si può considerare come questa fattispecie offra uno spunto per riflettere
sull’importanza della protezione dei diritti dei soci di minoranza e sull’efficacia delle misure di
controllo interne nelle società quotate. Inoltre, si può anche ritenere che l’accoglimento dell’istanza
da parte del Tribunale di Milano possa rappresentare un riconoscimento rispetto all’importanza di
garantire una gestione trasparente anche (soprattutto) quando le denunce provengono da una
minoranza di soci. Gli aspetti che riguardano l’opacità nella gestione degli assetti proprietari, le
irregolarità contabili ed i conflitti di interesse sono in grado di compromettere in modo significativo
la continuità aziendale e la fiducia degli investitori. La decisione del Tribunale di procedere con
l’ispezione giudiziale, con la successiva revoca degli amministratori, sottolinea la gravità delle accuse
e la necessità di interventi correttivi tempestivi.
Le riflessioni successive e gli ulteriori spunti di approfondimento che il decreto in oggetto suscitano
nel lettore potrebbero riguardare, per esempio:
1. La chiarezza nei ruoli e delle responsabilità riconosciute in capo agli amministratori in relazione
alle necessità di dotare le imprese di assetti organizzativi, amministrativi e contabili (adeguati?);
2. le metodologie ritenute più idonee dalla pratica professionale e dalla dottrina circa le “migliori
pratiche” per l’implementazione di assetti adeguati, formulando casi utili alle applicazioni
pratiche;
3. la valutazione degli assetti adeguati implica la necessità di fornire criteri e indicatori per valutare
l’adeguatezza degli assetti organizzativi, con riferimenti a norme specifiche e linee guida
operative;
4. tecniche di prevenzione della crisi, integrando suggerimenti e strumenti per prevenire situazioni
di crisi aziendale, quali per esempio l’introduzione di protocolli di “sicurezza” e rilevazione
periodica per la gestione ed il controllo dei principali indicatori di bilancio.
Il Ruolo della Giurisprudenza
La giurisprudenza italiana ha riconosciuto in diverse occasioni l’importanza di intervenire in presenza
di gravi irregolarità segnalate dai soci di minoranza. Le pronunce dei Tribunali, incluso quello di
Milano, mostrano una tendenza a favorire un controllo rigoroso delle pratiche di governance
aziendale, soprattutto quando queste possono avere implicazioni negative per la continuità
aziendale e per la protezione dei diritti degli azionisti. Questo aspetto contribuisce a creare un
contesto di maggiore responsabilità e trasparenza nella gestione delle società.3
Conclusione
L’accoglimento dell’istanza dei soci di minoranza da parte del Tribunale di Milano rappresenta
un’importante affermazione dei diritti dei soci e della necessità di garantire una gestione trasparente
e corretta delle società quotate (e non solo). La decisione sottolinea, inoltre, l’importanza che
assumono gli adeguati assetti organizzativi nel contesto aziendale odierno, considerati come
strumento di prevenzione della crisi e di tutela degli interessi degli azionisti.
Inoltre, essa evidenzia il ruolo cruciale della giurisprudenza nel promuovere pratiche di governance
aziendale responsabili e trasparenti, rafforzando così la fiducia degli investitori e la stabilità del
mercato.
Michelangelo Cali,
dottore commercialista e revisore legale