Workers buyout: quando l’impiegato diventa imprenditore
“Se potessi governare l’azienda dove lavoro farei scelte diverse!”
“Come fanno a non vedere queste inefficienze?”
“Io faccio il mio, ma molti dei miei colleghi approfittano della mancanza di controlli”
“Alle 18 in punto io volo via dal lavoro, ho una vita da vivere!”
E se tutte queste frasi appartenessero ad un mondo che non esiste più? Se non ci fosse una distinzione tra imprenditori e lavoratori? Tutti uniti per lo stesso obiettivo. Salvare l’azienda ed il proprio posto di lavoro. Forse sembrerà strano ma in Italia ancora vi sono moltissime persone con l’idea, anche un po’ romantica, del posto di lavoro a vita. Perderlo è come perdere un pezzo della propria esistenza passata ed anche del proprio futuro.
Ed è qui che possono nascere delle opportunità. Nelle società in crisi, i dipendenti che accedono agli interventi straordinari di integrazione salariale, possono farsi anticipare la mobilità e utilizzare le somme per finanziare il rilancio dell’azienda, organizzandosi in forma di cooperativa di produzione e lavoro.
In questo eventuale percorso possono essere accompagnati dalla CFI come finanziatore istituzionale (partecipata del Ministero dello Sviluppo Economico), che può immettere capitale al massimo in misura pari al finanziamento apportato dai soci-lavoratori.
Tale modalità di intervento è stato istituzionalizzato dalla legge Marcora 49/85, rivista nel 2001, di riflesso al crac della Richard Ginori. In circa 30 anni dalla sua entrata in vigore ha consentito di salvare circa 300 aziende e 15 mila lavoratori-soci che hanno potuto mantenere il proprio posto di lavoro, salvando anche importanti proprietà̀ intellettuali, marchi e brevetti.
Risulta evidente che questi tipi di iniziative necessitano sempre dei temporary manager, figure d’appoggio con elevate competenze amministrative e finanziarie, perché́ non è sufficiente conoscere gli elementi produttivi o di mercato ma bisogna anche conoscere il ciclo finanziario, la gestione del personale in chiave cooperativa, avere un grande focus nel controllo di gestione e dare alle aziende nuove visioni strategiche; questo per evitare di ricadere negli errori gestionali del passato.
Il supporto dei temporary manager mira anche all’affiancamento e formazione per la creazione di un management interno strutturato per le nuove sfide che l’impresa dovrà vincere, fungendo anche da garante verso tutto il mondo esterno, dai fornitori alle banche. E’ evidente, infatti, che gli obiettivi di risanamento e ripartenza delle aziende non sono per nulla facili da raggiungere soprattutto quando le banche, che sono rimaste scottate dalle società di origine, non concedono nessun credito oppure quando i fornitori richiedono dei pagamenti all’ordine o, al massimo, prima della spedizione delle merci. In tal senso un prezioso aiuto può venire anche da Banca Etica che affianca CFI in qualità partner, in tutti i progetti di Wbo, essendo tali interventi in linea con la mission della banca stessa.
Una grande opportunità, dunque, per tutti i lavoratori che subiscono le condizioni di una crisi e che invece possono diventare protagonisti del rilancio della propria azienda e di un nuovo modo di vivere la propria partecipazione alla vita della società con il nuovo status di dipendente – socio.